Finalmente, dopo tanti anni di previsioni catastrofiche, che dipingevano scenari foschi su come la tecnologia avrebbe spazzato via milioni di posti di lavoro, il report del World Economic Forum, “The Future of Job 2018”, ribalta le percentuali. È vero, le macchine sostituiranno molti posti di lavoro, ma ne creeranno molti di più. Il calcolo è che, entro il 2022, intelligenza artificiale e robot creeranno 133 milioni di posti di lavoro a fronte dei 75 milioni distrutti.
I driver principali del cambiamento da qui al 2022, si legge nel report, saranno l’Internet mobile, l’intelligenza artificiale, l’analisi dei Big Data, la tecnologia cloud. L’85% delle società è infatti intenzionata ad accelerare l’adozione di queste tecnologie nell’organizzazione del lavoro.
Tra le nuove figure richieste, compaiono ruoli legati all’avvento o al rafforzamento delle tecnologie: AI e Machine Learning Specialist, Big Data Specialist, Process Automation Expert, Information Security Analyst, User Experience and Human-Machine Interaction Designer, Robotics Engineer, e Blockchain Specialist. Ma anche Data Analysts and Scientist, Software and Applications Developer, Ecommerce e Social Media Specialist. La previsione, però, è anche l’aumento della domanda di figure in cui prevalgono le competenze “umane”, come gli operatori di Customer Service, i professionisti del Marketing e delle Vendite o gli specialisti nell’Organizzazione del lavoro.
Sicuramente, alcuni lavori scompariranno del tutto, ma ci sarà (è già in corso) una fase di transizione, durante la quale la differenza la farà la capacità di rimettersi in gioco, di acquisire nuovi skill o di dare una nuova veste ai vecchi. La componente umana può sempre fare la differenza, se ci si attiva nel modo giusto e per tempo. La parola chiave è sempre proattività.
Il report è molto ricco, invito tutti, specialmente chi deve scegliere il proprio percorso di studi, a leggerlo con attenzione. Lo trovate qui: http://www3.weforum.org/docs/WEF_Future_of_Jobs_2018.pdf